Questa relazione, risalente al 1567-1625, è stata rinvenuta nell’archivio della Compagnia di Gesù (ordine dei Gesuiti) dallo storico e archeologo italiano Mario Polia, e pubblicata per la prima volta nel 2002 nella rivista italiana «Archeo» [1].
Nonostante l’autore e il destinatario della relazione siano sconosciuti, gli storici non dubitano dell’esistenza di Padre Andrea Lopez, del quale si parlerà nel documento. Inoltre, i titoli e la rilevanza di alcuni personaggi ci permettono di affermare che si tratta di informazioni attendibili. Tuttavia, il permesso papale di evangelizzazione degli abitanti di Paititi, che potrebbe confermare i fatti di seguito riportati, non è ancora stato rinvenuto.
Per accedere a questo documento [2] ci siamo rivolti ad ARSI (Archivum Romanum Societatis Iesu), archivio ufficiale centrale dell’intera Compagnia di Gesù. Pubblichiamo questo documento scannerizzato con il gentile permesso di ARSI , così come la sua trascrizione e le traduzioni in altre lingue. La Compagnia di Gesù conserva il copyright sul documento stesso e le sue traduzioni.
Il testo qui riportato è l’unico documento che attesta l’esistenza del regno e della città di Paititi e che conferma che la Chiesa romana (guidata da uno degli undici papi che si sono susseguiti a partire da Pio V fino a Urbano VII) e il Padre Generale dei Gesuiti (Claudio Acquaviva o Muzzio Vitelleschi) erano a conoscenza di Paititi e vi mandarono i propri missionari.
Copia digitale del documento
Trascrizione
Per leggere la traduzione della relazione in inglese, tedesco o russo, si trasferisca sulla pagina nella lingua desiderata.
Relazione d’un miracolo ch’è interuenuto per la misericordia di Dio nell’Indie del Perù, o per meglio dire nel Regno di Paÿtiti a canto del Perù.
Essendo arriuato il P.[adre] Andrea Lopez in questa città di Roma da N.[ostro] P.[adre] Generale come procuratore di quelle bande ha fatto relazione del miracolo, che il Sig.[no]re per la sua misericordia ha mostrato in quelli Paesi, et è il seguente. Il detto P.[adre] Andrea Lopez essendo Rettore del Collegio della Compagnia di Gesù nella città di Cousco in dette Indie del Perù, dice che in quella città erano alcuni Indiani da tre, o quattro, li quali se bene erano Christiani battizati per mano sua propria si sdegnorono del mal trattamento d’alcuni soldati del Presidio, et si risolsero di partirsene di quelli suoi Paesi, et andarsene in un altro Regno a dieci giornate discosto dal detto Perù, il quale è chiamato Paÿtiti, et è grande mille legue di Spagna, che fanno tre mille miglia d’Italia, et sono huomini bianchi come todischi, et bellicosissimi et civili nel lor vivere, et governo. Il Rè è molto potente, tiene una Corte a guisa del gran Turco con molta gran Maestà, il suo Regno è molto ricco, et adornato d’oro, d’argento et di molte perle in tal maniera, che se ne servono nella Cuccina di Pignatte, et padelle, come di qua usiamo del Metallo et ferro.
Essendo dunq[ue] li sopradetti Indiani fugiti da Cousco, et arrivati al sopradetto Regno di Paÿtiti alle frontiere furono dalle guardie essaminati, et visitati le loro valigie, et bagaglie, che portavano, e come veramente questi Indiani erano Christiani portavano seco un Crocifisso di Legno, ch havevano havuto dal detto P.[adre] Andrea avanti la loro partenza, et dimandandogli le guardie delle frontiere, che cosa fosse quel crocifisso, come sbigottiti di veder la forma d’un huomo messo in un legno, risposero li detti Indiani, ch’era la figura del Dio de’ Christiani. All’hora le guardie se ne burlarono, ridendosene con ogni meno sprezzo, et lasciandoli passare pure liberamente nel Regno, arrivarono nella Città, dove tenea la sua Corte il Rè del detto Regno di Paÿtiti, et essendo il Rè avvisato dell’arrivata delli detti Indiani, et ch portavano seco la figura del Dio, che gli Christiani adorano, per curiosità il Rè li fece chiamare in presenza sua, et di tutta la sua Corte, dove concorrevano tutti li principali Signori della sua Corte per curiosità, tanto per vedere la figura del Dio dei Christiani, quant’ ancora per intendere li discorsi, ch li detti Indiani fariano al Rè.
Hora il Rè pigliando il detto Crocifisso in mano senz’ altro se en cominciò a ridere, et a beffare insieme con tutti l’altri suoi Corteggiani, et havendo riso, et beffato un pezzo burlandosi del Crocifisso, lo tornò in mano dell’Indiano dicendogli, che se n’ andasse via con il suo Dio de Christiani, et dicendo queste parole per maggiuor disprezzo sputò nella faccia del Crocifisso mentre l’Indiano l’havea già ricevuto, intervenne il miracolo, ch il detto Crocifisso alzò sù il capo, ch P.[rim]a havea inclinato, come ordinariamente si sogliono intagliare li Crocifissi, et alzando il capo diede un’ occhiata terribile rivoltando gli occhi con il capo a man destra, et sinistra, la qual’ occhiata fù tanto terribile, et spaventosa ch’ il Rè con tutta la sua Corte circostante cascorono in terra tramortiti senza dare segno di vita, et in questo modo restorono in terra per spatio di 3 hore tutti quanti, salvo l’Indiano il quale restò in piedi saldo con il Crocifisso in mano tutto sbigottito.
Al fine il P.[rim]o che tornasse in se fù il Rè, et poi di man’ in mano tutti gl’altri uno doppo l’altro, et come stupiti, et attoniti, alzò la voce il Rè, et disse a guisa di S.[anto] Paolo Grande, grande, grand’è il Dio de Christiani, è così medesimam.[en]te tutti gl’altri circonstanti, et subito il Rè con tutti gli circonstanti si gettorono in terra adorand’ il detto Crocifisso, et nel Cortile del suo Palazzo fece subito fabricare un’ Oratorio, a guisa d’una cappella quadra tutta d’oro fino adornata di gemme pretiose, dove piantò sopr’un’altare il detto Crocifisso dove lui in persona con il Prencipe suo unico figliuolo, et herede del suo Regno insieme con tutta la sua Corte andava ogni dì non una volta, mà più volte ad adorar’ il detto Crocifisso.
Dopoi pochi giorni trattò molto sinceram.[en]te con curiosità accompagnata di zelo Santo con li sopradetti Indiani, dimandando et interrogando delle cose che contiene la legge Christiana, et promettendo alli detti Christiani d’irricchirli nel suo Regno, se loro potevano dargli ordine, et maniera di poter parlare con quelle persone dotte, et litterate in questa legge Christiana; et così risolse il Rè con alcuni suoi Cortiggiani sino à sei de primi insieme con il suo unico figliuolo il Prencipe d’andare con li detti Indiani à trovare li Padri della Compagnia, et particolarm.[en]te al sopradetto P.[adre] Andrea Lopez, dove essend’ arrivati insieme fù tanto il suo Zelo, che dopoi d’essere stato soddissfatto della dottrina de Christiani, che il detto P.[adre] Andrea Lopez gli predicava pregò con grande constanza, ch’ il detto Padre volesse battizare lui, et il suo figliuolo insieme con gli altri sei principali Cavaglieri, che seco menava, et così il detto Padre soddisfatto della sua costanza li battizò tutti, et essendo tutto mosso a divotione, piacque al Signore di darli una febre, con la quale morse, et avanti la sua morte ricevuti tutti li Sacram.[en]ti con gran fede, et divotione tale, quale si potria mai dire raccomandando al suo figliuolo, et àgli altri sei Cavaglieri, che guardassero questa legge de Christiani, et non solo loro, ma ancora introdurla nel suo Regno, pregando il detto P.[adre] Andrea, che volesse andare con quel suo figliuolo nel suo Regno à piantar la fede, promettendoli di fabricare un bellissimo Collegio, et particolarm.[en]te far una Chiesa, che li muri fossero d’oro massizzo, per le quali parole si può intendere la grande divotione, et zelo, ch’ il buon Rè haveva verso il suo Regno.
Hora havendo inteso n[ost]ro R.[everentio] P.[adre] G[e]n[er]ale la misericordia del Sig.[no]re il quale apprendo la strada in quelli paesi per conversione dell’ anime loro, n’ha fatto relatione à S.[ua] Santità, et insieme S.[ua] Santità con N.[ostro] P.[adre] G[e]n[er]ale sono determinati di mandare in missione al detto Regno di Paÿtiti il detto P.[adre] Andrea con alcuni altri, li quali stanno già in ordine di partirsi subito fatto Pasqua.
Di gratia V.[ostra] R.[everentia] faccia raccomandare al Sig.[no]re questa S.[an]ta missione. Il detto P.[adre] Andrea Lopez havendo scoperto nella detta India del Perù certi Indiani salvatici, cioè nella fede, li quali ancora non erano battizati ne manco havevano ricevuto la legge Christiana, il detto P.[adre] Andrea li cominciò à insegnare la legge Christiana, et occupandosi in questi esserciti discoperse il Dio, che loro adoravano, ch’era una grande Pietra bazzarra di grandezza d’un melone, di peso di sissanta, et sett’oncie sopra la qual pietra abbruciorono l’incenso per forma di sacrificar’al lor’ Iddio, ch’era l’istessa pietra; Domandandogli il P.[adre] Andrea quanto tempo havevano havuto questo Dio della pietra bazzarra, risposero, che poco tempo avanti, poco più, ò manco d’un’ Anno.
Dimandandogli il ditto P.[adre] Andrea, che Dio prima havevano, gli risposero la Luna, et pigliorono per Dio la pietra bazzarra, risposero, che la causa che avevano pigliato per Diola pietra bazzarra, risposero, che la causa che havevano pigliato per Dio la pietra bazzarra era per li miracoli continoi, che la pietra facea in sanar quelle infermità, che avevano per incurabili applicando la virtù, ch Dio hà dato à questa pietra contra alcune infirmità, esser miracolo. Così ogni volta che sacrificavano alla pietra per Dio gli tagliavano un pezzo per dar’ àgli ammalati et infermi delle infermità incurabili, con la qual pietra sanavano.
Hor’ il P.[adre] per la misericordia di Dio gli persuase, che tutto questo era inganno del Diavolo, et ch’era asai meglio adorare quel Dio, dal quale quella pietra riceveva quella virtù, c’haveva et piacque à Dio, che si persuasero tanto bene, che il detto Padre li battizò. Et hoggi dì sono buoni Christiani; et il P.[adre] Andrea hà portato seco la detta pietra bazzarra, ch lor adoravano per Dio, et l’hà presentata al Papa, la quale pietra gl’è stata molto grata à S.[ua] S.[antit]à tanto per la mi[sericordi]a ch’Iddio ha fatto à quelli che sono convertiti lasciando la detta pietra, quanto ancora per la virtù della detta pietra, la qual pietra è stata stimata di quà di valuta di quattro millia scudi.